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Benvenuto su Translational Music, un progetto di Emiliano Toso.

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Emiliano Toso
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Tra i banchi di scuola

Conosciamo Emiliano Toso tra i banchi di una scuola primaria di una classe prima (a.s. 2018-19), esattamente quattro anni fa. Giorno dopo giorno, lui non lo sa, ma diventa uno dei nostri: un maestro, un amico, un compagno, un mago…sì, un mago, che trasforma, come in una magia, le nostre attività in emozioni. Ogni giorno i suoi brani, tratti da “Translational Music”, scandiscono il tempo della nostra giornata scolastica attraverso vibrazioni che germogliano rigogliose nei nostri cuori: esattamente nel cuore di ogni bimba, di ogni bimbo e della lora maestra. La sua musica ci accompagna e ci guida mentre impariamo le sillabe, scopriamo i numeri, ci approcciamo a sempre nuove conoscenze. Emiliano è sempre con noi, ci supporta e ci incoraggia, la motivazione cresce e con essa la curiosità di fare e di scoprire. Dalla parte di ogni bimbo, accanto ad ognuno di loro, che sente e sperimenta serenità, leggerezza, libertà, gioia nell’ascoltare e sentire vibrazioni speciali. L’ascolto dei suoi brani diventa un punto fermo, una certezza granitica alla quale nessuno di noi vuole rinunciare; la giornata assume un significato diverso e sempre inedito con i suoi brani: ci predispone all’ascolto, alla comprensione reciproca, alla ricerca di nuovi orizzonti. E noi di cose da scoprire ne abbiamo tante. Capiamo subito che è naturale provare timore dinanzi alle difficoltà, al nuovo, all’ignoto, ma che insieme possiamo superarle anche grazie alla sua musica: incoraggiante, supportiva, infonde fiducia, dà conforto e rilassa anche gli animi più agitati. 

Improvvisamente però, da un giorno all’altro, non possiamo più andare a scuola. 

La campanella delle 8 non suona più per radunare i bambini in cortile. 

Il cortile della nostra scuola è vuoto. 

I brani di Emiliano si spengono insieme all’interruttore che ogni mattina accendeva la lim dell’aula per far partire la sua musica: la nostra aula è deserta e ferita.

Siamo soli, ognuno davanti ad uno schermo che, malgrado tutto, ci riunisce ogni giorno. 

Niente è più come prima; ci manca il nostro stare insieme. Ci manca il nostro quotidiano sottofondo musicale che, tenace, accompagnava le nostre giornate, le nostre attività, le nostre lezioni ma soprattutto i nostri cuori, che con la musica di Emiliano diventavano sempre un unico grande cuore, dentro cui stavano quelli di tutti. 

I nostri incontri giornalieri si susseguono da remoto, uno dopo l’altro, fino a quando un’alunna, che solitamente non si esprime attraverso il canale verbale, chiede la musica di Emiliano, in particolare il brano “Pace”, uno dei suoi preferiti. 

(In quel momento brividi di gioia hanno pervaso ogni millimetro della mia pelle, mentre la voce si rompeva in tantissime particelle che non potevano più essere ricomposte in qualcosa di simile a suoni, rimanendo afona). 

Non ci sono parole adatte per descrivere questo momento: Emiliano, ancora una volta, aveva compiuto una delle sue straordinarie magie. Era tutto molto chiaro, non c’è stato bisogno di “rivelazioni”, perché la bimba, con la sua potente richiesta, aveva comunicato in modo eccellente un messaggio forte e importante. La musica di Emiliano ci mancava; nell’incertezza di un tempo sospeso ciò che avevamo costruito con lui durante le nostre lezioni era adesso una conferma, una certezza marmorea, un punto di equilibrio solido. 

Da quel giorno in poi, dopo l’appello, prima di iniziare l’attività a distanza, c’era sempre un brano di Emiliano. Non c’era bisogno di preannunciarlo, i bimbi lo “aspettavano”, e sapevano che sarebbe arrivato, attraverso i loro dispositivi, nelle loro case, nei loro cuori e che la sua musica ci avrebbe fatti sentire coesi, un gruppo, una classe, nonostante tutto. 

Era il collante che saldava i nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre letture quotidiane (del Progetto lettura ad alta voce) e

ci teneva uniti con un filo invisibile e indissolubile che legava ognuno di noi all’altro, generando il “noi”. 

E tutte le volte che partiva un suo brano la bimba era felice; lo dimostravano i suoi occhi luminosi, il suo corpo vibrante, le sue mani che “sfarfallando” parevano danzare mentre esprimevano gioia. E gli altri bambini, tutti, erano rapiti dalle sue note, certezza che nessuno, neanche un virus cattivo poteva sgretolare. 

Emiliano ci ha accompagnati nella didattica a distanza, fedele e confortante come solo un caro amico può fare. 

Da insegnante posso dire ciò che ho osservato nella mia esperienza: maggiore capacità di attenzione-concentrazione, predisposizione all’ascolto, clima di fiducia reciproca; i bambini riescono a “far parlare” le loro emozioni, perché mentre ascoltano Emiliano “le sentono e le toccano con mano”. 

Un bambino una volta mi ha detto:- Maestra, mentre ascoltavo Emiliano mi sembrava di volare, è stato bello, sai? Metti ancora la sua musica mentre facciamo lezione? 

Una simile richiesta non può essere commentata, ha un valore inestimabile e solo il pensiero del ricordo mi emoziona. 

Gli alunni affrontano il lavoro scolastico con maggiore motivazione e fiducia, migliorano l’attitudine all’ascolto e affrontano con serenità la “paura di sbagliare”. La musica di Emiliano sostiene gli apprendimenti, concentra, aiuta a sentirsi più fiduciosi e rilassa le menti e gli animi meno calmi. I bimbi speciali sono particolarmente sensibili alle sue note, apprezzano i suoi brani e lo fanno dimostrando capacità straordinarie (come solo loro sanno fare). Le note di Emiliano ristabiliscono un equilibrio nei momenti difficili (e nella vita di una classe ce ne sono tanti, soprattutto in pandemia); offrono uno spazio in cui immergersi, che accoglie, contiene,

comprende, ascolta… fino a trovare, ognuno a modo suo, un punto di contatto che si trasforma in quel baricentro che rasserena e assicura benessere emozionale. 

Credo che fiducia, rispetto, cura, ascolto, attenzione siano le fondamenta dell’accoglienza e se nell’accogliere ogni giorno i nostri bambini ci facciamo aiutare dalle note di Emiliano tutto diventa più semplice, per grandi e bambini. 

Il racconto della mia esperienza vuole essere una testimonianza e un incoraggiamento alle scuole a provare quanto possa fare la differenza costruire un clima di benessere in classe sostenendo gli apprendimenti anche attraverso la musica di Emiliano; un messaggio di profonda gratitudine nei confronti del grande musicista e dei miei alunni che, tenerissimi, ne hanno saputo riconoscere e apprezzare il valore. 

 

Carmelina Ventura, 

docente di scuola primaria, insegno nella classe 4A del plesso E. De Amicis della Direzione Didattica Ilaria Alpi di Fidenza (Parma).

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