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Cellule, emozioni, e linguaggi che uniscono: vedere l’invisibile

Brano consigliato per la lettura: Imaginal Cells Dance

Scrivo queste righe con il cuore ancora pieno.
L’evento Cellule di Musica, vissuto insieme al Prof. Carlo Ventura e a tantissime persone arrivate da ogni parte d’Italia, è stato uno di quei momenti che lasciano una traccia profonda. Un’esperienza che ha unito mondi solo in apparenza distanti: scienza, arte, spiritualità, medicina, educazione.

Quello che abbiamo vissuto non è stato solo un incontro, bensì un’esperienza collettiva di ispirazione, risonanza, possibilità. Abbiamo scoperto insieme che esiste un linguaggio capace di unire ogni ambito del sapere e del sentire umano e che questo linguaggio si chiama Amore.

Il Prof. Ventura lo ha definito il “terreno fertile” su cui anche la scienza può crescere, un vento gentile da cui noi come un unico stormo, possiamo lasciarci guidare.

Oggi, proprio grazie alle nuove frontiere della biofisica, possiamo finalmente vedere ciò che per tanto tempo era rimasto invisibile.

Quando la musica si fa luce

Durante la giornata abbiamo osservato le emissioni biofotoniche dei nostri corpi.
La musica ha generato risposte visibili: forme, colori, vettori di luce che si propagavano nello spazio. Le telecamere iperspettrali di Daniele Gullà, ad altissima sensibilità, ci hanno permesso di vedere la bellezza del nostro campo energetico in movimento. Di osservare come cambia, si armonizza, si trasforma… in presenza del suono.

E poi è successo qualcosa che non ci aspettavamo. Nella sala c’erano due piante, lì per caso e anche loro sono state coinvolte nell’esperienza. All’inizio emettevano segnali molto diversi. Ma con il passare dei minuti, ascoltando la musica, hanno iniziato a “parlare” una lingua comune. I loro segnali si sono armonizzati. Si sono sintonizzate.

Le piante non hanno condizionamenti. Non giudicano.
Ci hanno ricordato che, quando torniamo a uno stato più naturale e ricettivo, possiamo davvero incontrarci. Possiamo sentirci parte di un tutto.

L’intelligenza collettiva e il linguaggio degli stormi

Carlo Ventura ha parlato di coscienza collettiva, di intelligenza distribuita, di quel sapere profondo che ci unisce come gli stormi in volo. Insieme, senza confonderci. In sincronia, senza perdere il nostro centro.

È un concetto che ho sempre sentito profondamente nella musica.
E vederlo raccontato con parole scientifiche, con immagini, con vibrazioni… è stato emozionante. Un altro ponte si è costruito. Un’altra barriera è caduta.

La musica in sala operatoria

Nel pomeriggio, insieme al Prof. Trignani, abbiamo rivissuto il primo intervento chirurgico al mondo eseguito con Translational Music suonata dal vivo in sala operatoria.

Ricordare quei momenti mi emoziona ogni volta. Il Professore ha raccontato come, durante l’operazione, il bisturi sembrasse smaterializzarsi. Come se qualcosa di più grande guidasse le sue mani, in una sorta di meditazione condivisa. Lì con noi a Senigallia c’erano anche le persone che hanno vissuto quel momento in sala operatoria. È stato incredibile poterli rivedere e ringraziare.

Il Prof. Canestrari ha condiviso i dati raccolti in quella occasione: cortisolo ridotto, citochine infiammatorie abbattute, una risposta biochimica evidente che dimostra come la musica, in certi contesti, possa diventare antinfiammatoria, antistress, rigenerativa.

La vera rivoluzione

Quando guardi le cose da vicino, a volte è difficile coglierne il senso. Ma quando apri lo sguardo, torni al corpo, alla vibrazione, alla bellezza che scorre… allora tutto cambia.

Forse è questa la vera rivoluzione: una medicina rigenerativa, che riconosce il potenziale del corpo di guarire. Una medicina che ascolta, che accompagna, che insegna. Una medicina che si lascia toccare dalla musica, e che si muove al ritmo della Vita.
Una medicina che integra arte, musica, scienza, spiritualità e presenza autentica.

A chi c’era, grazie. A chi vorrà esserci in futuro, vi abbraccio già.

Con Amore,
Emiliano

 

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