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La Magia della Musica: Un’esperienza Trasformativa nella Casa Circondariale di Montacuto

Emiliano Toso insieme allo staff della casa circondariale di Montacuto

Qualche settimana fa, ho vissuto una delle esperienze più toccanti del mio percorso artistico: il mio primo concerto in un istituto penitenziario, la Casa Circondariale di Montacuto ad Ancona. Questo evento si è svolto nell’ambito del progetto “Le Vibrazioni del Cuore”, che mira a portare sollievo e armonia attraverso la musica in luoghi di disagio e sofferenza.

 

La mia musica a 432Hz ha riempito le stanze del carcere, toccando i cuori dei detenuti di massima sicurezza, oltre che del personale penitenziario presente. È stata una giornata intensa, dove la musica ha avuto il potere di rompere le barriere della diffidenza, creando un’atmosfera di pace e riflessione.

 

Sin dalle prime note sono rimasto sorpreso dalla profonda attenzione che mi hanno dedicato i detenuti e dal loro desiderio di ascoltare. Hanno scelto infatti di rinunciare alle uniche due ore di aria all’aperto per immergersi nella musica e nella condivisione. Questo mi ha colpito profondamente, dimostrando quanto la musica possa toccare le corde più intime dell’animo umano. Mi aspettavo scetticismo e chiusura, ma ho incontrato apertura e meraviglia.

 

L’accoglienza calorosa da parte della direttrice Manuela Ceresani e del personale penitenziario ha reso l’esperienza ancora più significativa. I detenuti non solo hanno ascoltato, ma hanno voluto partecipare attivamente, avvicinandosi al pianoforte, toccandolo e sperimentando. Questo desiderio di partecipazione ha stupito anche la direttrice, abituata a un comportamento più rigido e distante.

 

Questa esperienza mi ha fatto riflettere su come la musica possa creare uno spazio di libertà anche in contesti di estrema restrizione. Come negli ospedali, dove i pazienti sono costretti dalla malattia, anche nel carcere la musica ha aperto porte verso un mondo più ampio e libero. Chiudendo gli occhi, i detenuti sono riusciti ad allontanarsi temporaneamente dalla loro realtà, esplorando con la mente e il cuore nuovi orizzonti.

 

Durante la giornata ho avuto l’opportunità di raccontare la mia storia, condividendo il mio percorso da biologo molecolare a musicista. Parlare della mia formazione e della mia passione per la musica mi ha permesso di creare un legame più profondo con i partecipanti, dimostrando come l’arte possa essere un potente strumento di trasformazione personale.

 

Vorrei esprimere la mia gratitudine alla direttrice della Casa Circondariale, Manuela Ceresani, al comandante di reparto Nicola De Filippis, e agli operatori dell’Area Educativa per aver reso possibile questa esperienza. Il loro impegno nel migliorare il benessere dei detenuti è stato fonte di ispirazione.

 

Questo evento è stato non solo un’esperienza meravigliosa, ma anche una promessa per un futuro in cui la musica diventerà parte integrante della vita quotidiana dei detenuti.

 

Mi è stato chiesto infatti di comporre brani per loro, che possano accompagnarli nel loro percorso, e di suonare di nuovo in carcere alla conclusione di un progetto educativo che grazie a Sarah Starnadori, musicista di Translational Music, e alla sua nuova associazione Oltre la Musica, sta prendendo forma proprio in queste settimane.

 

Questo evento ha confermato ancora una volta il potere della musica nel creare connessioni e nel portare luce nei luoghi più bui.La musica ci fa sentire liberi, ci aiuta a volare in luoghi che fisicamente non possiamo visitare ma possiamo vivere grazie all’immaginazione.

 

Sono profondamente grato per aver avuto l’opportunità di condividere la mia musica e di vivere un’esperienza così significativa.